I problemi di Sergio Bonelli Editore sono noti a tutti i fan più attenti (mentre la grande massa legge con noncuranza ed ignora perfino chi sono gli autori delle storie): editore vecchio, struttura vecchia (non hanno una mail), autori vecchi, idee vecchie, lettori vecchi e consolidata attitudine a servire la classe al potere. Un editore messo così non ha un futuro. Quando negli anni scorsi scrivevamo (sul vecchio sito) che la situazione si sarebbe aggravata, i soliti troll su forum e community morte, istigati dagli stessi autori (alcuni dei quali morti con un probabile legame con i vaccini anticoronavirus) si prodigavano in insulti derisori. Oggi costoro se ne stanno zitti.
La decimazione dei sieri potrebbe essere anche la causa dei decessi dei loro autori. In un anno e mezzo sono scomparsi sei fumettisti bonelliani con età compresa tra i 60 e gli 80 anni (leggete qui). Il problema resta quindi quello classico: la Bonelli non ha beneficiato di un ricambio generazionale e non ha oggi (e non aveva nemmeno ieri) lettori giovani per rinnovare le fila del suo pubblico. Questo spiega perché negli ultimi dieci anni hanno messo da parte progetti di nuove serie e si sono messi a spremere le tasche dei loro vecchi lettori inondando il mercato con ristampe di Tex. Sono oggi così disperati da avere riproposto le strisce (che peraltro stanno andando anche bene).
Airoldi arrivato dalla Panini nel gennaio 2016, ha fatto di tutto per salvare la baracca avviando un processo di modernizzazione. Si è però trovato davanti vecchi autori che non hanno voluto farsi da parte continuando a pretendere il vecchio trattamento garantito dalla vecchia gestione. Con estrema fatica è riuscito a portare qualche progetto in libreria con autori giovani ma è stato un flop lo stesso con media vendite (se va bene) di 3.000 copie (con volumi tipo Sottosopra e altri). Con difficoltà è riuscito a liberarsi di Recchioni, che stava affondando Dylan, ma l'indagatore dell'Incubo oggi non è messo meglio con la Baraldi e non riesce a sistemare le questioni più complicate.
Ci riferiamo a quelle di Tex e di Zagor dove Boselli e Burattini resistono nei loro fortini e a quello che é rimasto di Martin Mystère, che nonostante il decesso di Alfredo Castelli tiene con i suoi colleghi aggrappatisi mani e piedi al detective dell'impossibile. Forse voleva chiudere anche Nathan Never, le cui vendite sono crollate negli anni e pure Dampyr, ma lì c'era da scontrarsi con Boselli. Bisognava ripulire il catalogo per fare spazio a proposte nuove e invece Airoldi è costretto alle ristampe delle strisce. I numeri confermano le nostre previsioni. Negli ultimi tre anni la Bonelli dati di bilancio alla mano ha perso tre milioni di copie, passando da 9 milioni a 6 milioni di copie.
Ogni anno perde 1 milione di copie e dato che metà del suo fatturato arriva da Tex, è chiaro che sta perdendo sul fronte di quel che li mantiene. Hanno pure tentato di dare ancora fiducia a Masiero con la linea Audace, ma anche lì ogni progetto si è rivelato un flop (come Cani Sciolti di Manfredi). Infine, c'è il problema più grave contro cui Airoldi davvero non può fare niente con le edicole che chiudono una dopo l'altra. Se viene meno proprio il canale in cui distribuisci il 95% delle tue edizioni resti senza venditori. Dalle 35.000 di qualche anno fa, oggi siamo scesi a circa 10.000. Bonelli, come detto sopra, ha cercato spazi in libreria ma ha trovato un settore già asfittico.
Quindi, resta la domanda del titolo: chiusura a breve entro pochi anni? Ciò che oggi arriva da Bonelli è il ritorno di Giovanni Ticci, che a 85 anni è stato richiamato su Tex. Oggi l'editore si affida ancora su vecchiardi invece di dar spazio ad autori giovani. Qui si apre un altro capitolo dolente. I giovani non conoscono i personaggi Bonelli. Come si può pretendere che un trentenne oggi si occupi del Tex se non lo ha mai letto o visto e non conosce la storia del vecchio selvaggio west? I giovani oggi sono culturalmente arretrati e inadeguati a scrivere espressioni con un senso compiuto. In una recente intervista Boselli ha detto che arrivato al n. 100 di Tex Willer (tra 3 anni) dovranno trovare altri.
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