Ieri ci siamo iscritti anche nel di Tex (noto personaggio bonelliano) e le cose sono andate meglio rispetto a come siamo stati accolti su Comicus (qui tutti i dettagli), nel senso che non ci hanno bannati subito (ma forse lo saremo a breve poiché queste persone non hanno la disponibilità ad accettare le voci non collimanti con il messaggio del sistema mainstream. Poi si lamentano di quando le serie chiudono o aumentano di prezzo. Scontiamo il carico di odio che negli anni contro di noi molti autori italiani e bonelliani hanno riversato su di noi, i primi in assoluto a mettere in dubbio la qualità del loro lavoro sul piano critico. I fatti alla fine ci hanno dato ragione su tutta la linea.
Oggi, Tex costa 4,90 euro che equivalgono a 10.000 lire del vecchio conio e si parla già di un altro aumento fino a 5,40 euro a breve. La reazione degli utenti del forum su di noi è stata tiepida, ma ostica. C'è chi ha contestato la nostra analisi sulla incisione sul calo delle vendite dei decessi collegati con la campagna di vaccinazione anticoronavirus, che potrebbe avere mietuto anche diversi autori bonelliani (che ci attaccavano). Eppure in tutto il mondo è presente un tasso di extramortalità folle e sono aumentate patologie che prima erano rare (da parte di chi si è sierato, tali ammissioni non ci saranno mai). Un utente (Joe7) si mostra parecchio più conciliante con noi.
Ha tuttavia errato su Dylan Dog, che oggi gira sulle 40.000 copie (mentre il dato di 10.000 copie è solo la differenza rispetto alle precedenti rilevazioni). Qualcun altro sostiene che da quando c'è Airoldi agli autori è stato vietato di parlare dei dati. Questo non ci risulta per niente. Anzi, chi va alle fiere può notare come dei dati di vendita si parla senza problemi. Lo stesso Boselli un paio di anni fa si vantava che il n. 1 del suo Tex Willer aveva venduto più di 100.000 copie. Non è mancato chi sostiene di collaborare con la Bonelli e si è ingegnato in complicati discorsi sui dati per smentire i nostri dati ma pare che gli altri non gli abbiano creduto. La realtà però è quella.
Un editore che ogni anno perde un milione di copie ed è stato costretto ad aumentare il prezzo di copertina con botte di 50 centesimi di euro alla volta non si può considerare in buone acque. Se Sergio fosse qui si metterebbe le mani nei capelli. C'è un altro aspetto che non abbiamo trattato nel pezzo sui dati di vendita, il calo costante delle edicole che per Bonelli rappresenta un dramma ancora più grande. Senza edicole viene meno il canale per portare i fumetti ai vecchietti che escono la mattina, con passi claudicanti per andare a prendere la loro copia di Tex. Ad oggi, in Bonelli non vi sono ancora piani per il problema (o meglio "qualcosina" c'è, ma ne parleremo un'altra volta).
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