Chi ha ispirato Giovanni Luigi Bonelli quando nel settembre 1948 ha lanciato con Aurelio Galleppini la collana in striscia di Tex? Sembra quasi una domanda provocatoria, ma non lo è o almeno lo è solo nella testaccia dei minorati culturali succubi della narrazione dominante, secondo cui quando si parla di fumetti italiani si indicano serie e personaggi creati in Italia. Questo in parte è vero, però è anche vero che si tratta sempre di personaggi con nomi stranieri che vivono all'estero. Un esempio noto è Dylan Dog, che vive in Gran Bretagna, luogo dove è sconosciuto ai lettori locali.
Tex fu ispirato da uno dei personaggi dei fumetti più famoso del suo tempo: ovvero Dick Tracy, nato nel 1931 come striscia giornaliera dei quotidiani americani da Chester Gould. Come somiglianza siamo lì: la mascella squadrata e tendenza a risolvere tutto prendendo a pugni il prossimo (Tex lo fa ancora oggi). Dick Tracy era così famoso che ispirò ma anche lì Bob Kane a creare Batman (che come Gould, era ebreo). Tracy tuttavia non riuscì ad arrivare in Italia poiché il regime fascista poco amava queste creature che erano espressione del suprematismo sionista sulla cultura nazionale.
Alcuni editori cercarono di ideare personaggi similari. Uno di questi era Dick Fulmine di Vincenzo Baggioli e disegni di Carlo Cossio, che iniziò ad apparire sulla testata Albi dell'Audacia (ed. Vittoria) a partire dal 1938. All'epoca nessuno fece caso che questo Dick Fulmine era la copia di Tracy. Se oggi il pubblico che legge fumetti è composto in gran parte da minorati culturali, figuriamoci allora. Dick Fulmine si rivelò un successo. Un tizio grosso che risolve i casi a suon di pugni tipico di culture con grossi problemi di degrado culturale abituate ad essere comandate da chi è meno ignorante di loro.
Anche Giovanni Luigi Bonelli, che allora cercava di sfondare come un autore/editore di fumetti e vari, lanciò la sua imitazione di Dick Tracy, ovvero Furio Almirante (il cognome era quello di una nota famiglia di attori vicina al regime fascista. Uno di loro, Giorgio, fondò nel 1946 il Movimento Sociale Italiano). Anche gli americani erano fascisti? In gran parte, si. Specie i repubblicani, che avevano la tendenza all'uso dei pugni e della violenza e non stupisce pertanto che i loro fumetti fossero basati solo sulla violenza. Fu così che nacque Tex Willer che attecchì subito per gli stessi motivi di Tracy.
Siccome nell'Italia occupata andavano molto di moda i film western, si optò per quell'ambientazione storica. Ne derivò una "specie" di Dick Tracy come se fosse vissuto un mezzo secolo prima della sua prima storia in Usa. Uno che raddrizza i torti ricorrendo alle mani e che nei confronti degli indiani usa termini dispregiativi (ed oggi si direbbe razzisti), ma poi modificati nelle ristampe successive. Tex esce ancora oggi sebbene con vendite in continuo calo e comprato soltanto dai vecchi lettori, dato che per i giovani come gli altri fumetti Bonelli, Tex non esiste, essendo lontano dalla loro cultura.
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