I fumetti erotici invadono le edicole a partire dal dicembre 1964 con il n. 1 di Satanik di Max Bunker per la Editoriale Corno con i disegni di Magnus (già noto per le tavole di Kriminal, personaggio del fumetto nero di Bunker per lo stesso editore). Il formato di questi albi è quello pocket (11,5x17,5), facile, poco costoso e soprattutto facile da nascondere in tasca o nella borsa (per non fare sapere ad amici e ai conoscenti la turpe passione per i giornaletti pieni di porcone nude con grosse tette).
Un albo ideato per prendere in giro Diabolik (Kilobaid è il nome del re del terrore al contrario) nella consueta storia di Alan Ford in cui non si capisce molto, ma torniamo ai fumetti con procaci donne attanagliate da frenesie sessuali perché dopo Satanik nel febbraio 1966 arriva un'altra eroina sexy. Max Bunker e Magnus presentano ai lettori Gesebel, che non avrà la stessa fortuna ma che ancora fa parlare di se tra i nostalgici appassionati delle serie bunkeriane, anche di quelle fallite.
Nel n. 1 M. Bunker presenta la sua nuova figura sexy le cui storie sono ambientate in un mondo di un'altra galassia non troppo lontana ma ben presto denotò le sue enormi lacune nel settore della fantascienza. I lettori non dovettero esserne convinti, nonostante le generose performance delle protagonista e la serie si interruppe con il n. 23 nell'ottobre 1967. Max Bunker optò per un formato un po' più grande del pocket (13x18,5) e 144 pagine, a volte a colori a volte no. Un gran caos.
Una scelta assurda che fece lievitare il prezzo a 200 lire, un costo alto allora dato che era il prezzo di collane ben più note (come Tex della Bonelli di allora). Bunker dovette rendersi subito conto del flop, anzi del sexy flop e così dopo sei numeri mollò i testi a Erasmo Buzzacchi mentre Magnus ai disegni fu sostituito da Roberto Corbella Peroni fino al n. 20 e a Luigi Corteggi fino al n. 23. Il fallimento fu ammesso dallo stesso Bunker solo nel 1990 in occasione di una ristampa dell'intera collana.
Scrisse infatti che i critici ritengono Gesebel una delle opere minori di Bunker e Magnus e forse non hanno tutti i torti e: per accontentare i miei cari fans pubblico una mini-serie, solo i primi sei numeri, quelli di Magnus & Bunker, perché la vera Gesebel è questa qui. Lo ha detto lui, eh. In ogni caso, fu un fiasco colossasle. Sbagliare con fumetti erotici è grave dato che il creatore affida a tette e fighe il compito di scavare una solida testa di ponte nelle intenzioni di acquisto dei lettori.
Magnus ci sapeva fare nel realizzare donnine in situazioni sexy senza mostrare troppo e lasciando al lettore immaginare il resto. Ad es., a pag. 37 del n. 1 si ammira Gesebel di spalle mentre fa la doccia insieme ad altre donne pure nude. Un getto di acqua le arriva da una apertura a forma di testa (l'idea è quella di chi le sta sputando addosso in un punto chiaro). Poche tavole dopo la vediamo vendere degli uomini ad un'asta piena di donne che non vedono l'ora di sfogarsi con loro.
Come poteva pensare che una storia fatta così potesse piacere nessuno lo saprà mai (forse piaceva a lui, ma non certo ad un pubblico che sarà rimasto allibito). Una storia strapiena di una forte carica erotica pur se immagini di tette, capezzoli e altro non si vedevano. Allora era vietato rappresentare gli organi sessuali nelle storie. Però, anche con delle scene esplicite sarebbe stato difficile salvare un fumetto con presupposti così deboli. Provocare soltanto non basta mai, ci vuole anche sostanza.
Se lo stesso Bunker ha ammesso che con Gesebel lui e Magnus hanno toppato non si può andare alla ricerca di trite scusanti. Nell'anno in cui Gesebel fece la sua apparizione, le edicole furono invase da altre serie ad alto contenuto erotico, vale a dire di Renzo Barbieri e del suo socio, Giorgio Cavedon, ma questa è tutta un'altra storia. Il personaggio di Gesebel non è mai stato rilanciato, ma chissà che il progetto non possa vedere la luce nelle mani di un altro scrittore. Ipotesi al momento lontana.
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