Come se la passano i tipi alla Editoriale Aurea in questo momento complicato del fumettoimmondo italione? I tempi sono difficili dato che i costi della carta e dell'energia sono schizzati alle stelle e il servilismo degli editori alla narrazione della masso-finanza occidentale non è servito a risolvere i tanti i problemi. Le vendite sono sempre in calo ed alzare i prezzi è il solo modo per sopravvivere. La Aurea si regge solo su Dago, uno dei pochi personaggi di spessore pubblicati in Italia.
Gli italiani comunicano con loro per telefono e fax. La Aurea non ha alcun controllo su di loro. Dallo scorso anno le pagine arrivano in Italia più lentamente che nel recente passato e così l'editore romano (che sospetta che costoro stiano lavorando sottobanco per altri editori), è stato costretto ad affidare la realizzazione di storie di Dago a fumettisti italiani, che denotano due problemini: sono lenti (che per produrre una storia di 96 pagine hanno bisogno di un annetto).
Il risultato di questo lavoro è molto inferiore come qualità a quello degli autori sud-americani. E così Aurea è stata costretta a delle pause forzate. Il numero più recente, il 324, è uscito ad aprile ed ora sembra che il n. 325 dovrebbe uscire tra pochi giorni, mentre nulla si sa ancora del n. 326, se ed in quanto uscirà. A dare queste notizie è stato l'utente Jelem di Comicus, il quale ora nel nuovo forum scrive con il suo nome, Giovanni Lamantia che in passato con il nostro sito non è mai stato buono.
E chissà se anche l'admin Rosencrantz, Lamberto Lamarina, farà la stessa cosa usando il suo nome. I problemi di Dago però si potrebbero risolvere molto facilmente. Anziché affidarsi ai pessimi autori italiani, l'Aurea potrebbe rendere la rivista trimestrale rendendo più semplice assorbire il costo di 4,50 euro al pubblico. In anni passati, dopo il flop di John Doe di Recchioni, l'editore investì in un altro flop di autori italiani, Long Wei di Diego Cajelli. Eddai chi se lo ricorda?
Le cose andarono molto male fin dal n. 1 (leggete qui). Era una serie basata su un cinese a Milano che menava la gente a colpi di kung fu! L'idea fu di Recchioni. Ancor'oggi Aurea non ha imparato dai suoi errori. Ancora si affida ad autori italiani, che però non possono dare lo stesso livello di qualità degli stranieri. Anche Dago, dopo la scomparsa improvvisa del suo creatore Robin Wood (dovuta con molta probabilità agli effetti dei vaccini anticoronavirus come altri fumettisti) se la passa male.
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