martedì 27 agosto 2024

Max Bunker all'attacco delle sorelle Giussani con Satanik

Qualche mese fa è uscito in edicola un numero di Alan Ford (il 655) in cui Max Bunker ha in pratica sbeffeggiato Diabolik, personaggio popolare del fumetto italiano edito da Astorina. In rete il fatto è stato giustificato come tentativo di fare satira, una parodia, che poi è un modo gentile per dire che qualcuno è stato preso in giro ma non se la deve prendere perché si tratta di una regola del gioco ed in fondo, lo stesso Diabolik ne trarrà beneficio come visibilità, è stato detto. 

Le cose non stanno così e la presa in giro resta e non è una bella cosa, ma a parte questo è evidente che Diabolik, che con il solo albo inedito vende circa 40.000 copie al mese ed è il terzo personaggio più noto in Italia dopo Tex (140.000 copie) e Dylan Dog (40.000 copie), non ha bisogno di visibilità che può dare una testata come quella di Alan Ford in pieno declino che a 2.500 copie nemmeno ci arriva. Semmai è stato Bunker che ha cercato una certa visibilità a spese di Diabolik.

Non è la prima volta che Max Bunker attacca Diabolik e l'editrice Astorina. E' accaduto anche in un vecchio albo di Satanik, il n. 21, uscito il 28 ottobre 1965 (testi di Max Bunker e disegni di Magnus). Bersaglio di Bunker non è solo Diabolik che in quel periodo è molto venduto con oltre 80.000 copie, ma anche le sorelle Angela e Luciana Giussani che gestivano la Astorina. Il titolo della storia, che contiene la parodia (se la vogliamo chiamare così) è La luce che uccide (in tutti i sensi).

E' un periodo difficile per il mercato dei neri, che grazie a Diabolik, è esploso con le Giussani inviano diffide ai vari editori che vi si erano gettati creando ognuno un loro personaggio che richiamava il re del terrore di Clerville (tra i più noti ci sono Demoniak, Fantax, Mister-X, Sadik, Rocambol, Spettrus e molti ancora). Anche Bunker aveva lanciato un suo personaggio nero, Kriminal, che stava andando molto bene. Ma non gli bastò. Diabolik vendeva tanto e si affermava.

Nel giro di pochi anni, infatti, tutti gli altri neri chiusero i battenti per le scarse vendite e nel 1974 Bunker fu costretto a chiudere sia Kriminal che Satanik. Il pubblico si era stufato di quelle trite imitazioni perché Diabolik era stato il primo o quanto meno quello che si era radicato nei gusti del pubblico in maniera stabile. Torniamo al n. 21 di Satanik. Bunker descrive le sorelle Giussani come due vecchie che si credono superiori agli altri mentre invece non lo sono (anzi sono tutt'altro).

La scena vede le sorelle lamentarsi perché tutti cercano di copiare Diabolik (le Giussani, in effetti, avevano mandato una diffida anche alla Editoriale Corno che pubblicava Kriminal). A Bunker la cosa non era andata giù e così affidò a Magnus i testi di questa storia per dare risposta alla sua maniera. Le Giussani, che sapevano di avere tra le mani un personaggio solido, si saranno fatte due risate, comunque, vediamo come sono andate le cose. Le sorelle sono molto arrabbiate.

La storia del loro personaggio Mefistolik (molto chiaro il riferimento a Diabolik) basata su un delitto fatto con il cacciavite è stata plagiata quindi minacciano di denunciare chi lo ha fatto. A parlare è solo una delle sorelle, cioè Angela, cioè colei che di fatto dominava la situazione di Diabolik, mentre Luciana è raffigurata come un pappagallo che ripete la sorella e solo le ultime parole. Anche il marito di Angela, l'editore Gino Sansoni è trattato con poco riguardo, sebbene non nominato.

Quando spiega che quello che stanno dicendo sono scemenze, Angela reagisce stizzita ricordando che loro lo hanno raccattato dalla strada e ora gli danno da vivere. Un modo, diciamo, gentile di dire che mentre Sansoni con Astoria collezionava solo flop, la moglie Angela con i soldi fatti con Diabolik tramite l'Astorina gli dava da viver bene a modo di come allora (ma anche oggi) la situazione era considerata. Il marito riteneva brutte entrambe le sorelle (descritte come gemelle).

Un altro modo gentile per dire che Sansoni aveva sposato Angela per i soldi. In realtà, non era così. Sansoni era un ricco imprenditore e Angela, quando creò Diabolik, non disponeva di grandi capitali. Ora però le cose erano cambiate: Angela aveva fatto i soldi mentre lui se la passava male. Un altro elemento diverso tra la storia e la realtà era la gran bruttezza con cui le Giussani erano raffigurate. Brutte non erano di sicuro. Gino Sansoni nella storia è chiamato signor Astor (da Astoria).

La storia finisce con Satanik che con il laser brucia le Giussani, le quali, come detto, non si smossero. Sapevano che Diabolik valeva di più dei prodotti dei concorrenti, che erano solo imitazioni (anche se, a dire il vero, anche Diabolik era una copia di Fantomas, protagonista di una serie di racconti di libri agli inizi del '900). I rapporti tra Bunker e le Giussani dovettero migliorare poiché nel 1976 la Corno pubblicò un volume brossurato con la ristampa di tre storie di Diabolik.

2 commenti:

  1. E' innegabile che Kriminal, Satanik e tutti gli altri antieroi con la "k" siano nati sulla scia di Diabolik, ma non concordo sul fatto che le creature di Bunker siano solo delle imitazioni. Sono personaggi con una loro originalità ( sostenuti dall'arte di Magnus ).

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  2. Sul tasso di originalità di Bunker nelle sue creazioni del genere fumetto nero, concordiamo. Magnus ha fatto la sua parte e forse è questo che a Bunker ha sempre dato un certo fastidio.

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