Che fine ha fatto Roberto Recchioni? Nel 2013 era considerato la salvezza di Dylan Dog voluto come curatore da Tiz Sclavi, poi si è scoperto che lui e la Barbato, irati perché esclusi dall'allora curatore Gualdoni, si erano lamentati con Sclavi, che a sua volta si era lamentato con l'allora direttore Marcheselli e così Gualdoni, mercé la crisi di vendite della serie (iniziata con la gestione dello stesso Marcheselli), venne rimosso. Per Dylan fu l'inizio della fine.
In casa Bonelli avrebbero voluto rimuoverlo, ma ciò sarebbe suonato come una ammissione del flop (lui ha sempre sostenuto che invece l'editore gli ha rinnovato sempre la fiducia). Hanno resistito fino al massimo possibile però a maggio 2023 è giunta l'ufficialità della sua rimozione dall'incarico, in realtà forse decisa un anno prima (come per tante cose in casa Bonelli). Al suo posto, è arrivata Barbara Baraldi, autrice di romanzi young adult.
Negli ultimi anni è stata anche autrice di una manciata di storie di Dylan Dog sotto la direzione di Recchioni ma non si è mai occupata di fumetti. Una scelta irrazionale che in Bonelli non potevano intestare a Sclavi (perché nessuno ci avrebbe creduto). Poi hanno completato l'opera affiancando alla Baraldi come vice il di lei marito, che non ha mai scritto un fumetto in vita sua. Dopo un anno, tuttavia, Dylan è tornato nell'indifferenza collettiva.
Non ne parla nessuno, tranne pochi sui forum di Comicus e di Craven Road. Recchioni ufficialmente figura ancora nel team autori. E' tornato ad essere ciò che era con Gualdoni, uno dei tanti con 1-2 storie massimo all'anno. In questi ultimi tempi ha avuto dei problemini giudiziari (leggete qui). Dopo la chiusura degli account su Facebook e Twitter, gli resta Instagram dove fa quello che ha sempre fatto, diffondendo disegnini o facendo recensioni.
Secondo i critici, il punto più basso della sua gestione di Dylan fu quando lo fece sposare con Groucho in quella costante e ossessiva ricerca d'attenzione che non ha mai ottenuto. Il pubblico piuttosto reagiva con sdegno e litigi sui social con i lettori erano frequenti. Qualcuno però osserva che almeno allora di Dylan si parlava. La scelta di Barbara Baraldi sembra avere assecondato il desiderio della Bonelli di fare si che nessuno polemizzi più sull'indagatore.
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